Carpi scopre i segreti dell'allenamento invisibile


Carpi scopre i segreti dell'allenamento invisibile
Una serata che ha fatto centro, quella di mercoledì 17 dicembre al Circolo "Rinascita" di Budrione. L'AC Carpi ha saputo attirare l'attenzione di tifosi, genitori e addetti ai lavori con un'iniziativa che va ben oltre il calcio giocato: "L'Allenamento Invisibile – Alimentazione e performance nel calcio".

La scienza dietro al pallone

Quando si parla di calcio moderno, non si può più limitarsi ai novanta minuti di campo. Il vero lavoro, quello che fa la differenza, si svolge spesso lontano dai riflettori. Ed è proprio questo il concetto che il "Prof" Marco Nicoletti, preparatore atletico della Primavera 3 biancorossa, e il nutrizionista Giuliano Lodi hanno voluto trasmettere alla folta platea carpigiana. L'alimentazione come elemento tattico, la preparazione fisica come arma segreta: questi i temi centrali di una serata che ha dimostrato come il Carpi stia investendo seriamente nella formazione a 360 gradi dei propri atleti.

Più di una semplice conferenza

La risposta del pubblico ha superato ogni aspettativa. Atleti curiosi di scoprire i segreti della performance, allenatori desiderosi di aggiornarsi, dirigenti attenti alle novità del calcio moderno e genitori che vogliono il meglio per i propri figli: tutti riuniti sotto lo stesso tetto per parlare di crescita sana e sviluppo a lungo termine. Non è stato un monologo accademico, ma un vero confronto aperto dove domande e curiosità hanno trovato spazio. Il tipo di iniziativa che fa la differenza in una società che pensa al futuro, non solo ai risultati immediati.

Il calcio che guarda avanti

Dietro questa iniziativa c'è una filosofia precisa: quella di un AC Carpi che sa bene come la modernità del calcio passi attraverso la cura del dettaglio. Prevenire gli infortuni, ottimizzare le performance, costruire atleti completi: obiettivi ambiziosi che richiedono competenza e visione. Il successo di partecipazione dimostra che anche a Carpi c'è fame di conoscenza e voglia di crescere. Perché il calcio vero, quello che conta, non si gioca solo sul prato verde del Cabassi, ma inizia molto prima: a tavola, in palestra, nella testa. Una lezione che va ben oltre lo sport e che fa onore a una società che ha capito l'importanza di investire nelle persone prima che nei cartellini.
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