La notte dei ladri e l'arte del nascondere


La notte dei ladri e l'arte del nascondere

C'è qualcosa di paradossalmente poetico nel fatto che nella notte in cui Carpi si illuminava delle sue luci natalizie, qualcuno abbia scelto di operare nell'ombra per svaligiare la gioielleria Allegretti sotto il Portico Lungo. Come se la città avesse bisogno di un contrappunto noir al suo momento più luminoso dell'anno.

Il 30 novembre 2025 resterà nella memoria carpigiana come il giorno in cui si sono intrecciate le contraddizioni più sottili della nostra epoca: mentre i professionisti della sanità si preparavano a discutere di nuove cure per la prostata a Modena, altri professionisti - quelli del crimine - segavano metodicamente una saracinesca in piazza Martiri. Due mestieri, due approcci alla precisione, due modi di interpretare il concetto di "intervento notturno".

La simultaneità degli eventi ha dell'incredibile: mentre la città celebrava l'accensione delle luminarie, i malviventi preparavano il loro colpo con quella meticolosità che farebbe invidia a un chirurgo. Il taglio verticale della saracinesca, l'operazione condotta senza disturbi, la razzia sistematica delle vetrine: tutto parla di una professionalità che, applicata ad altri contesti, sarebbe stata lodevole.

Ma se il furto rappresenta l'ombra della notte carpigiana, altrettanto significativo è l'episodio che ha visto il giornalista di Report allontanato dalla presentazione del libro di Sasso. Qui il tema del "nascondere" assume contorni diversi: non più gioielli sottratti al buio, ma domande respinte alla luce dei riflettori. La Sala Duomo, teatro di un confronto su temi delicati come l'educazione e la famiglia, si è trasformata in palcoscenico di una piccola censura preventiva che ha dell'incredibile.

L'ironia della situazione è palpabile: mentre il deputato Sasso presentava un libro che critica quella che definisce "ideologia gender", qualcuno decideva di praticare una forma molto concreta di "controllo dell'informazione", allontanando un cronista senza apparenti motivazioni. Due modi di intendere la trasparenza: uno teorico, l'altro pratico. E il risultato è che Carpi si ritrova al centro di una vicenda che tocca la libertà di cronaca proprio mentre si discute di libertà educativa.

Nel frattempo, il Carpi di Cassani si preparava alla trasferta di Pontedera con il consolidato 3-4-2-1, dimostrando che almeno nel calcio la trasparenza è garantita: formazioni ufficiali, tattiche dichiarate, obiettivi chiari. Una lezione di comunicazione che forse dovrebbero studiare altri settori della vita pubblica.

La giornata del 30 novembre ci consegna dunque una Carpi dalle mille sfaccettature: luminosa e oscura, aperta e chiusa, trasparente e opaca. Una città che celebra il Natale mentre subisce furti, che ospita dibattiti pubblici mentre pratica piccole censure, che manda la sua squadra in trasferta con la speranza di chi sa che il gioco, almeno quello, ha regole chiare.

Forse è proprio questa la vera identità carpigiana: saper convivere con le contraddizioni senza perdere il senso dell'ironia. Perché se è vero che i ladri hanno scelto proprio la notte delle luci per colpire, è altrettanto vero che quelle luci continueranno a brillare, ricordandoci che anche nelle notti più buie, Carpi sa sempre come illuminare il futuro.



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