Ferrara si prepara al grande appuntamento con l'informazione mondiale
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Dal 3 al 5 ottobre torna il festival di Internazionale: 180 ospiti da 25 Paesi per discutere le crisi che il mondo finge di non vedere C'è un posto in Emilia-Romagna dove, per tre giorni all'anno, il mondo smette di fingere che tutto vada bene. È Ferrara, che dal 3 al 5 ottobre ospiterà la XIX edizione del festival di Internazionale, l'appuntamento che da quasi due decenni porta nella pianura padana le voci più scomode e necessarie del giornalismo internazionale. Centottanta ospiti provenienti da 25 Paesi si ritroveranno nella città estense per fare quello che troppo spesso manca nel dibattito pubblico italiano: chiamare le cose con il loro nome. Organizzato dal settimanale Internazionale - che da oltre trent'anni ha la virtù di tradurre per noi il meglio della stampa straniera - insieme al Comune di Ferrara, il festival si conferma un presidio di lucidità in tempi di crescente confusione mediatica.
Gaza senza filtri né eufemismi
Il programma non lesina sui temi che altri preferiscono evitare o edulcorare. Su Gaza, teatro di quella che molti considerano una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo, si confronteranno voci che raramente trovano spazio nei salotti televisivi: la giornalista israeliana Amira Hass di Haaretz, lo scrittore palestinese Atef Abu Saif, il reporter di Tel Aviv Meron Rapoport e Francesca Albanese, Relatrice speciale ONU sul territorio palestinese occupato. Un confronto che promette di andare oltre le solite retoriche diplomatiche.
L'altra Russia che resiste
Particolarmente significativa la presenza di Andrei Alekseyevich Soldatov e Irina Borogan, i giornalisti russi co-fondatori di Agentura.Ru, il sito che monitora le attività dei servizi segreti di Mosca. In un momento in cui l'informazione indipendente in Russia è praticamente estinta, la loro testimonianza rappresenta uno squarcio prezioso sulla realtà di un Paese sempre più chiuso. Accanto a loro, il filosofo ucraino Volodymyr Yermolenko offrirà la prospettiva di chi vive la guerra sulla propria pelle.
I conflitti dimenticati trovano voce
Il festival non si limita alle crisi più "mediatiche". Francesca Mannocchi, in un incontro organizzato da Medici Senza Frontiere, parlerà del Sudan, uno di quei conflitti che i media mainstream tendono a dimenticare perché non vendono abbastanza pubblicità. È questa capacità di dare spazio alle tragedie "minori" che rende Internazionale un festival necessario.
Una finestra sui femminismi contemporanei
Non mancheranno gli approfondimenti sui diritti civili, con Porpora Marcasciano, attivista LGBTQ+ da quarant'anni, e Lucy Sante, autrice del memoir "Io sono lei" sulla sua transizione da Luc a Lucy. Un programma che affronta senza timidezze le questioni identitarie del nostro tempo.
La novità "Fuoriclasse"
Quest'anno il festival introduce una sezione dedicata ai ragazzi tra i 14 e i 18 anni - quella fascia d'età troppo spesso dimenticata dagli eventi culturali, considerata troppo grande per i programmi per bambini e troppo giovane per quelli per adulti. Si parlerà di relazioni, intelligenza artificiale, ambiente: i temi su cui si giocherà il loro futuro. Per chi abita tra Modena e Bologna, Ferrara dista meno di un'ora di macchina. Un viaggio che vale la pena fare per ascoltare voci che raramente raggiungono le nostre orecchie, per capire un mondo che cambia troppo velocemente e che merita di essere raccontato senza sconti né censure. In un'epoca di post-verità e fake news, il festival di Internazionale si conferma un baluardo del giornalismo serio. Un lusso che la nostra regione può permettersi e che dovrebbe essere motivo di orgoglio per tutti gli emiliano-romagnoli.
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