Il Patto di Cavezzo: sindaci e Pd uniti per la sanità del territorio


Il Patto di Cavezzo: sindaci e Pd uniti per la sanità del territorio
Un incontro che ha già conquistato un soprannome, il "Patto di Cavezzo", e che potrebbe segnare una svolta nel modo di fare politica sul nostro territorio. È quello che si è tenuto nei giorni scorsi, riunendo i sindaci di centrosinistra delle Terre d'Argine e della Bassa, insieme ai segretari del Partito Democratico, per parlare di un tema che ci tocca tutti da vicino: la sanità.

Una nuova stagione di collaborazione

L'idea è semplice ma ambiziosa: superare le divisioni che spesso caratterizzano la politica locale per costruire insieme una visione comune del territorio. Anna Baldini, coordinatrice del Pd Area Nord, non ha usato mezzi termini: "Basta con le divisioni su singole vicende. È il momento di un confronto serio e costante, per operare una sintesi che ci permetta di procedere tutti uniti e compatti". Un cambio di passo che anche Giovanni Maestri, coordinatore del Pd Terre d'Argine, considera fondamentale: "Questo nuovo metodo rappresenta uno strumento di lavoro che va oltre il tema della sanità. Vogliamo costruire un'agenda comune, solida e condivisa, per rafforzare l'azione politica di area vasta".

Ospedali di Carpi e Mirandola: il nodo centrale

Al centro del dibattito, naturalmente, il futuro degli ospedali di Carpi e Mirandola. Due presidi che servono un territorio vasto e che devono necessariamente lavorare in sintonia per garantire ai cittadini una sanità moderna e di qualità. L'integrazione tra i Distretti di Carpi e Mirandola è vista da tutti come il primo passo fondamentale. Ma non si tratta solo di una questione tecnica: serve un tavolo di lavoro permanente tra Azienda USL di Modena, professionisti sanitari, sindaci e rappresentanti civici per condividere programmazione, monitoraggio e verifica dell'evoluzione dei due poli ospedalieri.

La sfida dei professionisti sanitari

Un aspetto cruciale emerso dall'incontro riguarda l'attrattività del territorio per medici e operatori sanitari. Non basta avere strutture moderne se poi mancano i professionisti per farle funzionare. Per questo si è parlato anche di compensi del personale e della necessità di garantire servizi adeguati che rendano il nostro territorio appetibile per chi lavora in sanità.

Un segnale dalla base

Quello che colpisce di più in questa iniziativa è che sia partita dal basso, dai sindaci che ogni giorno si confrontano con i problemi concreti dei cittadini. "L'intero impianto di lavoro è stato voluto dai sindaci di centrosinistra – sottolineano Baldini e Maestri –. Un segnale importante che la politica deve saper cogliere". È un approccio che fa ben sperare: partire dai territori, ascoltare le comunità locali, e poi costruire insieme risposte concrete. Perché alla fine, quando si parla di sanità, non si tratta di bandierine politiche ma della salute delle nostre famiglie.

Il futuro della collaborazione

L'obiettivo dichiarato è che i due presidi ospedalieri siano complementari e godano dei medesimi standard qualitativi. Una sfida non semplice, che richiederà investimenti, programmazione e soprattutto una visione politica condivisa che vada oltre le singole amministrazioni. Il "Patto di Cavezzo" rappresenta un tentativo interessante di superare i campanilismi che spesso frenano lo sviluppo del territorio. Vedremo se dalle parole si passerà ai fatti e se questo nuovo metodo di lavoro saprà davvero fare la differenza per i cittadini delle nostre comunità.
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