Il 18 dicembre è iniziato come tanti altri giorni per chi si è presentato alla stazione di
Carpi, biglietto in mano e speranza nel cuore. Speranza che il treno delle 7.30 per
Modena ci fosse davvero. Invece, come una beffa mattutina, la corsa è stata soppressa senza preavviso, lasciando decine di pendolari e studenti a guardare i binari vuoti con quella faccia di chi ha capito che la giornata è già rovinata. A denunciare l'ennesimo capitolo di una storia che si ripete troppo spesso sono
Corrado Gallo,
Andrea Artioli e
Tamara Calzolari di
Alleanza Verdi e Sinistra, che non le mandano certo a dire: basta con questa farsa travestita da servizio pubblico.
Il calvario quotidiano dei viaggiatori carpigiani
Chi prende il treno sulla
linea Carpi-Modena lo sa bene: acquistare un biglietto è un atto di fede, non una garanzia di trasporto. Le cancellazioni improvvise si susseguono con la puntualità di un orologio svizzero (peccato che i treni non abbiano la stessa precisione), i ritardi sono cronici come un raffreddore d'inverno, e le informazioni chiare scarseggiano più dell'acqua nel deserto. Ma c'è di più. Come emerge dal rapporto
Pendolaria 2024 di Legambiente, i problemi del trasporto ferroviario regionale non sono una particolarità locale: in tutta Italia il settore soffre di investimenti insufficienti e gestione inadeguata, con ripercussioni dirette sulla qualità del servizio offerto ai cittadini.
Quando i buoni propositi incontrano la cruda realtà
Avs non ci gira intorno: il trasporto pubblico sostenibile non può essere uno slogan da campagna elettorale, deve diventare una realtà concreta. E hanno ragione da vendere. In un'epoca in cui si parla di crisi climatica, polveri sottili e traffico urbano, il treno dovrebbe essere l'alternativa intelligente all'auto privata. Invece diventa spesso una fonte di stress aggiuntivo. Gli investimenti in nuovi mezzi? Necessari, ma non sufficienti, come mettere un motore Ferrari su una Cinquecento del '75. Senza una gestione seria, una manutenzione efficace delle infrastrutture e un coordinamento che funzioni davvero, il risultato è quello che vediamo ogni mattina:
corse cancellate,
orari farlocchi e disagi che ricadono sempre sulle stesse persone.
La risposta politica: dall'interrogazione all'azione
Non a caso, i gruppi consiliari di maggioranza del
Comune di Carpi -
Avs,
Pd e
Carpi a Colori - hanno depositato un'interrogazione formale sui disservizi della
linea Mantova-Carpi-Modena, chiedendo risposte concrete a
RFI e alla
Regione Emilia-Romagna. Un'iniziativa che suona come un ultimatum: basta parole, servono fatti. Perché il diritto alla mobilità non può essere un lusso per pochi fortunati, ma una garanzia per tutti i cittadini che scelgono di muoversi in modo sostenibile.
Il verdetto di chi viaggia tutti i giorni
La verità è che chi prende il treno tutti i giorni per andare a lavorare o studiare è diventato involontariamente un beta tester di un servizio che funziona a singhiozzo. E non è accettabile che nel 2024, in una regione che si vanta di essere all'avanguardia, i pendolari debbano ancora fare i conti con l'incertezza di arrivare a destinazione. Il messaggio di
Avs è cristallino: "
Pendolari e studenti non possono continuare a pagare il prezzo di inefficienze che si ripetono da troppo tempo". Parole che pesano come macigni e che meritano una risposta all'altezza della situazione. Perché alla fine, cari amministratori, non servono treni nuovi se poi restano fermi in stazione quando ne abbiamo più bisogno.