Mentre Mario Marinelli, pilota carpigiano e istruttore certificato Enac, sfrecciava nei cieli a bordo del suo Beech King Air portando il sindaco di Fano a Roma in soli 36 minuti, si consumava una piccola beffa per la nostra città. Il test, organizzato dalla compagnia Aelia Flight Services, dimostrava le potenzialità del nuovo progetto di mobilità aerea a medio raggio voluto dall'Ente nazionale aviazione civile. Il Regional Air Mobility, questo il nome del progetto, punta a creare una rete capillare di collegamenti tra aeroporti minori e i grandi hub internazionali. L'idea è tanto semplice quanto ambiziosa: collegare l'"Italia che non ti aspetti" - quella delle piccole e medie città produttive - con Roma, Milano e Venezia attraverso vettori da 7 a 19 posti. Trecentomilioni di euro in tre anni per rivoluzionare il trasporto aereo regionale. E qui arriva la notizia che farà storcere il naso a più di un carpigiano: nella lista dei venti scali selezionati per questo progetto c'è Pavullo nel Frignano, che si è aggiudicato ben sei milioni per allungare la pista e accogliere i voli executive, ma non c'è traccia dell'aeroporto di Carpi. Fano fa da apripista con tre milioni destinati all'asfaltatura della pista, mentre il nostro territorio resta a guardare questa rivoluzione del trasporto aereo dalle tribune. Una scelta che fa riflettere, soprattutto considerando che proprio un carpigiano, Mario Maribelli, sta contribuendo con la sua esperienza a testare questo nuovo modello di mobilità. Il paradosso è servito: il know-how è di casa nostra, ma i benefici vanno altrove. Come spesso accade in questa Italia delle occasioni mancate, resta da chiedersi se sia stata una questione di progetto inadeguato o di tempismo sbagliato.