Sicurezza urbana a misura di comunità: l'Emilia-Romagna punta sui giovani e la prevenzione


Sicurezza urbana a misura di comunità: l'Emilia-Romagna punta sui giovani e la prevenzione

La ricetta è semplice come un risotto, ma efficace come una medicina di una volta: intercettare i ragazzi prima che prendano la strada sbagliata, rafforzare la coesione sociale nei quartieri più difficili e non limitarsi alle telecamere per garantire la sicurezza. È questo l'approccio che Michele De Pascale, neo presidente della Regione Emilia-Romagna, ha scelto per i nuovi Accordi di programma che coinvolgono anche la nostra Unione delle Terre d'Argine. Un investimento da 345mila euro (di cui 216mila dalla Regione) che non parla solo di videosorveglianza, ma soprattutto di persone. Perché, come dice De Pascale con quella saggezza politica che sa unire pragmatismo e visione, "la sicurezza si rafforza attraverso la presenza educativa e la mediazione sociale nei quartieri". Una lezione che a Carpi, terra di buon senso e solidarietà, dovremmo conoscere bene. Il progetto prevede il completamento della rete di telecamere, certo, ma punta soprattutto su quello che le telecamere non possono fare: l'educativa di strada nei parchi e nei luoghi di aggregazione giovanile, il lavoro degli operatori sociali insieme alla polizia locale, la mediazione nei quartieri più fragili. Un approccio che mette al centro le relazioni umane, perché a volte basta una parola detta al momento giusto per cambiare il corso di una vita. Interessante è anche la collaborazione con l'Unione dei Comuni Pianura Reggiana: in un'epoca in cui si tende a chiudersi nei propri confini, qui si sceglie di unire le forze oltre i campanili. Una scelta intelligente, perché i problemi sociali non conoscono confini amministrativi e la sicurezza si costruisce insieme, condividendo esperienze e risorse. De Pascale, che a 39 anni porta con sé l'esperienza di sindaco di Ravenna e una visione moderna della politica, ha le idee chiare: "Il valore di questo percorso sta nel metodo: ascolto dei territori e collaborazione con i Comuni". Niente calate dall'alto, dunque, ma un lavoro gomito a gomito con chi conosce strada per strada le esigenze della propria comunità. Il focus sui giovani non è retorica, ma necessità concreta. Intercettare le situazioni di disagio prima che si trasformino in emarginazione, creare opportunità dove spesso mancano, dare ai ragazzi spazi per esprimersi e partecipare alla vita collettiva. È una scommessa sulla prevenzione che, se vinta, porterà benefici duraturi a tutta la comunità. La sfida ora è nella realizzazione: trasformare le buone intenzioni in azioni concrete, far sì che gli operatori sociali diventino davvero ponti tra istituzioni e cittadini, che i parchi tornino ad essere luoghi di incontro e non di paura. Un compito che richiederà tempo, pazienza e quella capacità tutta emiliana di rimboccarsi le maniche senza troppi proclami. Perché alla fine, come insegnano i nostri nonni, la sicurezza vera non si compra con le telecamere ma si costruisce giorno dopo giorno, relazione dopo relazione, con la cura silenziosa di chi sa che una comunità forte è il miglior antidoto contro ogni forma di degrado.

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