Era una mattina come tante altre quella di ieri, con Beniamino Malavasi che si alzava presto per portare uno dei suoi tre figli a scuola. A cinquantuno anni, questo carpigiano aveva ancora tanti progetti nel cassetto: tra pochi giorni avrebbe festeggiato il compleanno – il cinquantaduesimo – e i quattordici anni di matrimonio con sua moglie Sana. Ma il destino, si sa, non chiede permesso. Intorno alle otto del mattino, mentre percorreva via Atene al volante della sua auto, Beniamino ha sentito che qualcosa non andava. Ha avuto la prontezza di accostare, forse l'ultimo gesto di un padre che pensava ancora al figlio accanto a lui. Poi il malore, fatale e improvviso. Due ambulanze del 118 sono arrivate in fretta, i soccorritori hanno tentato l'impossibile, ma il cuore di quest'uomo aveva già deciso di fermarsi. Chi conosceva Beniamino sa che era molto più di un semplice impiegato del settore Ambiente del Comune di Carpi, dove lavorava dal 2022. Era, come dice chi gli voleva bene, "un uomo di cuore". Laureato in Giurisprudenza all'Università di Modena e Reggio Emilia, aveva fatto della cultura una delle sue passioni più autentiche. Non si accontentava di essere un lettore qualunque: aveva fondato il circolo culturale Fozio, dal nome del teologo bizantino del IX secolo, e attraverso questa iniziativa aveva costruito una piccola comunità di appassionati di libri e cultura. La sua biblioteca mentale spaziava dal rock a Elvis Presley e Frank Sinatra, dalla Juventus (di cui era tifoso sfegatato) ai grandi gialli internazionali. Una lettura in particolare aveva segnato la sua vita: "Il Codice da Vinci" di Dan Brown, che aveva acceso in lui una passione per la storia che lo aveva portato a collaborare a un volume su Lucrezia Borgia per la collana Historicum di Pluriversum Edizioni. Roberta De Tomi, scrittrice modenese che lo aveva conosciuto attraverso il circolo Fozio, lo ricorda con parole che dipingono il ritratto di un uomo raro: "Era un lettore fortissimo, sempre presente agli eventi culturali della zona. Ma soprattutto era umile e garbato, uno di quelli con cui condividi un caffè e ti accorgi che il mondo è ancora pieno di persone per bene". In Comune, dove si occupava della parte amministrativa e della segreteria del settore Ambiente, Beniamino era conosciuto per la sua precisione e disponibilità. Serena Pedrazzoli, assessore all'Ambiente, lo descrive come "un lavoratore assiduo, sempre disponibile con tutti i cittadini". Era uno di quelli che non si tirava mai indietro, che dava sempre un riscontro positivo, che faceva il suo lavoro pensando davvero al servizio pubblico. Ora Carpi perde un cittadino che aveva fatto della curiosità intellettuale e del senso civico le sue bandiere. Negli album fotografici che custodiva gelosamente si trovano autografi di Gianrico Carofiglio e Alberto Angela, testimonianze di un uomo che credeva nel valore della cultura come strumento di crescita personale e collettiva. Resta Sana, la moglie che doveva festeggiare con lui l'anniversario di matrimonio. Restano tre figli che dovranno imparare a crescere senza il padre che li accompagnava a scuola. Resta una città che ha perso, nel silenzio di una mattina qualunque, uno dei suoi figli migliori.
Un destino che non aspetta nemmeno il tempo di dire addio